Grande successo per l’inaugurazione, al Complesso dei Dioscuri al Quirinale, della mostra intitolata “In arte Belzebù”. Un percorso espositivo che offre allo spettatore dei veri e propri “Peccati d’artista che esorcizzano il male”, opere che hanno come protagonista il maligno e che, nonostante il soggetto inquietante, incantano per l’originalità, il carisma e il talento di chi le ha prodotte.
Nessuno è voluto mancare al vernissage della mostra più “mefistofelica” degli ultimi tempi: visitabile dal 15 aprile, “In arte Belzebù” propone una serie di opere che fanno riflettere il visitatore sui mali del mondo originati dal “maligno” dall’era della creazione dell’uomo. Soldi, lussuria, vanità: i quadri e le sculture di artisti come Margherita Gazzolo, Eugenia Di Napoli, Ewa Kuzniar, Constantin Migliorini, Ferdinando Gatta e tanti altri interpretano le varie facce di Lucifero che all’uomo si presenta sotto mentite spoglie o in tutta la sua crudeltà.
Affollati i saloni del Complesso dei Dioscuri al Quirinale dove a brindare con l’ideatore del progetto, Emilio Sturla Furnò, e la curatrice Giovanna Gazzolo sono arrivati Asia Argento in compagnia della madre Daria Nicolodi, Tiziana Luxardo, Metis Di Meo, Giuseppe Ferrajoli e tanti esponenti della nobiltà romana. Tutti hanno ammirato le opere realizzate in terracotta, in legno, in ceramica, su tela o lastra fotografica.
Protagonista indiscusso Belzebù, il principe di tutti i demoni che insidia i figli degli uomini promettendo loro agiatezze che in realtà non concederà mai oppure ne chiederà indietro un prezzo enorme: la dannazione eterna. Molto ammirata l’opera “Osama Bush Mama”, di Camilla Ancilotto, una creazione di prismi che, ruotando, mostrano al pubblico tre facce diverse del male. Oppure “Medusa”, di Margherita Lipinska, un acrilico su juta con impressa la figura mitologica che impietrisce con lo sguardo: o ancora “Lui”, di Laura Sindici, una scultura in terracotta dipinta a olio che rappresenta la lascivia e la lussuria.
Luciferino anche il banchetto a base di vini evocativi come “Il Sangue di Giuda”, “Inferno”, “Buttafuoco” e tartine al peperoncino e tartufo. Nell”‘Apocalisse” di Giovanni il Diavolo viene descritto come il “gran dragone”, il serpente antico che è chiamato anche Satana, il seduttore di tutto il mondo che fu gettato sulla terra insieme a i suoi angeli del male. Belzebù è il signore di 6.666 denomi, numero arrivato a noi grazie alle profezie della Monaca di Dresda. Ancora oggi è uno dei principali demoni che, secondo numerosi esorcisti, causa possessioni difficili da scacciare.
Niente paura però: l’unico sentimento a impossessarsi di voi dopo una visita alla mostra “In arte Belzebù” è la meraviglia che l’arte riesce a infondere nello spettatore qualunque sia il soggetto, lo stupore suscitato dal talento creativo. Perché i “Peccati d’artista” sono gli unici che non conducono dritti all’inferno. Grazie a Dio.