
“Sto tornando in Italia come una donna libera“: lo scrive Amanda Knox sul suo profilo Twitter. Dovrebbe atterrare oggi a Milano con la madre Edda Mellas e il fidanzato Christopher. L’intento è quello di recarsi poi a Modena per essere la protagonista, sabato, del Festival della giustizia penale.
Parlano gli avvocati di Amanda Knox: “Il suo ritorno è inopportuno”
Gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova sono stati protagonisti della lunga battaglia giudiziaria. Eppure, non saranno con Amanda a Modena perché non invitati. L’avvocato della famiglia Kercher, Francesco Maresca, ha sostenuto che il ritorno di Amanda è «inopportuno». «Bisogna avere rispetto per la sentenza che ha definitivamente assolto Knox e Raffaele Sollecito – ha detto – ma anche per quei giudici che per due volte li hanno condannati. Il suo non è il classico caso di errore giudiziario».
«Amanda Knox ha subito gli effetti di un processo mediatico e racconterà la sua esperienza. Il primo procedimento rilevante, seguito dai media, è stato quello per l’omicidio per piccolo Samuele a Cogne, il secondo il delitto di Perugia» ha invece sostenuto l’avvocato Guido Sola, presidente della Camera penale «Carl’Alberto Perroux» di Modena che organizza il festival in collaborazione con Italy Innocence Project.
La storia del delitto di Perugia
La giovane americana aveva lasciato il Paese all’inizio di ottobre del 2011 dopo essere stata assolta dalla Corte d’appello di Perugia dall’accusa di avere partecipato all’omicidio di Meredith Kercher. Meredith era una studentessa in Erasmus. E’ stata trovata morta nella sua casa che condivideva con altri studenti.
Amanda aveva lasciato Perugia dopo 4 anni di carcere. Il delitto di Perugia ha visto come protagonista anche Raffaele Sollecito. La loro situazione è stata molto travagliata. Il 30 gennaio 2014 la Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha sancito nuovamente la colpevolezza degli imputati. Amanda Knox è stata condannata a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni, applicando a quest’ultimo la misura cautelare del divieto di espatrio con ritiro del passaporto.
Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, annulla senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli per non aver commesso il fatto, affermando la mancanza di prove certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, e ponendo così fine al caso giudiziario.
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