Quindici anni fa una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri istituiva la “Giornata Nazionale del Sollievo, “per promuovere”, si legge, “la cultura del sollievo e della sofferenza, fisica e morale, in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale”. Domenica 29 maggio in tutte le regioni italiane iniziative a sostegno dei malati e delle loro famiglie.
Promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e della province autonome e dalla Fondazione Gigi Ghirotti, la quindicesima edizione si svolgerà domenica 29 maggio con 169 iniziative diverse in tutto il territorio nazionale. Dall’Abruzzo dove a Pescara verrà presentato il filmato delle teche Rai intitolato “Il tunnel della malattia”, all’Emilia Romagna dove sarà attivo un Punto d’ascolto telefonico a cura del Servizio Sanitario Regionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria San’Anna di Ferrara. Anche il Lazio offre il suo contributo: presso il policlinico “Gemelli” personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura intratterranno le persone malate e le loro famiglie.
Perché la “Giornata Nazionale del Sollievo” è dedicata anche alle famiglie dei malati che vivono giorno per giorno la malattia del proprio caro.
“Quello che si vuole realizzare è il sollievo per il malato”, ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa. “Ma è necessario che si creino le condizioni perché le strutture sanitarie stiano ancora più vicine a colui che soffre perché ora chi è più vicino al paziente sono i familiari, che lo accudiscono con passione e sensibilità. Bisogna fare in modo che questo sostegno esuli dall’ambito familiare e venga dato con lo stesso impegno anche in ambito professionale. E’ importante per la dignità del malato. Quello che viene fatto dalle persone di famiglia non deve sostituire in toto quello che dovrebbe essere impegno dello stato”.
Secondo l’ex ministro della Salute Livia Turco il sollievo è importante sia sotto il profilo psicologico che etico. “Tutta la società deve capire che quando una persona vive il dolore di fine vita o il dolore cronico, quello che perseguita il malato tutti i giorni, ha bisogno intorno di affetto sostegno, competenza e umanità”.
E’ quello che sosteneva anche il giornalista de “La Stampa” Gigi Ghirotti stroncato da un linfoma di Hodgkin: “Quello che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”. Oggi, grazie anche alla sue eredità morale, sono in tanti a non essere più soli.