
Roberta Ragusa è scomparsa nel nulla e la sua storia ha tenuto col fiato sospeso un intero paese. Tra le tante ipotesi vagliate in sette anni e la condanna del marito, Antonio Logli è ancora mistero sul cadavere della donna.
Dopo la sentenza definitiva di condanna che ha portato Antonio Logli in carcere con l’accusa di essere l’esecutore dell’omicidio della moglie Roberta Ragusa, si prosegue nella ricerca del corpo della donna. L’uomo è accusato anche di distruzione di cadavere.
Il forno crematorio:
Una delle ipotesi già vagliate dagli inquirenti e mai tramontata del tutto è quella che il corpo di Roberta Ragusa sia stato distrutto all’interno di un forno crematorio di Pisa. L’ultima, la più recente, è sicuramente la più inquietante di tutte le piste, quella del cimitero. La pista del forno crematorio venne aperta da una lettera arrivata alla trasmissione Chi l’ha visto nel 2018. La missiva invitava ad indagare sulla morte per suicidio di un uomo che nel 2016 si lanciò sotto il treno della linea Pisa-Lucca. Il suicida, ex tossicodipendente, lavorava al cimitero di Pisa e secondo quanto scritto in quella lettera anonima avrebbe potuto avere un ruolo nella sparizione del cadavere di Roberta Ragusa aiutando l’assassino a cremarne il corpo.
Tuttavia, nel gennaio del 2012, il forno crematorio del cimitero di Pisa era in disuso nel periodo della sparizione di Roberta, ma dalle bollette pare che sia stato utilizzato. Si segnala infatti un ‘inusuale’ consumo di gas associabile a un breve utilizzo. Che sia stato acceso proprio per far sparire nel nulla Roberta Ragusa? Altro indizio che avvalora la tesi, l’inattesa disponibilità economica dell’uomo che gli fece cambiare tenore vita da un giorno all’altro.
I terreni davanti a casa Logli:
A una quarantina di metri dalla casa dove Roberta Ragusa abitava con Logli e i figli. Sul terreno tra la villa e via Gigli, il giorno seguente la scomparsa di Roberta Ragusa, una vicina vede Logli e il padre Valdemaro in quel terreno incolto. “Parlavano e guardavan nel campo” è la dichiarazione choc di Cinzia, moglie di Roberto Costa. Il motivo, ad oggi, è ancora ignoto.
Il pozzo della tenuta Malenotti:
Tra i luoghi poco distanti da casa Logli, compare anche un pozzo a circa 500 metri dalla villetta, dove un testimone vede un’auto nella tenuta, la notte della scomparsa di Roberta. A confermare la tesi, due ritrovamenti: la borchia di un’auto di grossa cilindrata e un bidone azzurro di grosse dimensioni.
Il pozzo si trova all’interno della tenuta Malenotti, resa tristemente famosa da un episodio di cronaca, il sequestro del proprietario, il regista, Maleno Malenotti, rapito nel 1976 a Pisa e mai liberato, nonostante il pagamento di un riscatto. Nessuno ha cercato Roberta, lì.
Le ossa nella Grotta delle Fate:
Se ci fu un’occasione in cui si pensò realmente di essere giunti alla svolta nel caso Ragusa, ovvero il ritrovamento del corpo, fu quando, nel 2013, vennero trovati alcuni frammenti di ossa e indumenti femminili nella Grotta delle Fate, sui Monti Pisani. La grotta carsica, ad Agnano, si trova a circa 320 metri sul livello del mare. Si pensò che quelli potessero essere i resti di Roberta, ma anche in quel caso non ci fu alcun riscontro e l’ipotesi fu poi ampiamente smentita dagli accertamenti scientifici dei carabinieri del RIS di Roma.
La sensitiva: “È sepolta all’isola d’Elba”
Un medium scrive al quotidiano La Nazione e racconta di aver sognato sognato Ragusa, seppellita nel giardino di una villa in riva al mare. “Roberta Ragusa è sepolta nel giardino di una villetta dove c’è un alto cancello di ferro e un muro di pietra grezza. Forse vicino al mare” è il messaggio choc della sensitiva, vicina di casa della 45enne scomparsa.
La vicenda:
Sono passati più di 7 anni quando nella fredda notte, fra il 13 e il 14 gennaio del 2012, a Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, scompariva per sempre Roberta Ragusa. Roberta, non si troverà, né il suo corpo, né qualsiasi oggetto a lei riconducibile, malgrado tutte le ricerche. Il corpo della donna non è mai stato ritrovato e per l’omicidio viene condannato a 20 anni, in primo e in secondo grado, il marito Antonio Logli. L’uomo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe ucciso la moglie al culmine di una lite nata per la scoperta, da parte della donna, della relazione extraconiugale del marito con la babysitter Sara Calzolaio.
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