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Strage di Erba, il mistero della mansarda: ecco perché è un’indagine imperfetta

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“Non ho mai nascosto che a mio avviso si sia trattato di un’indagine decisamente ‘imperfetta’” rompe così il silenzio sulla strage di Erba, la criminologa Roberta Bruzzone.

La criminologa punta il dito contro i numerosi reperti mai considerati, che considera un esempio dei molti punti ancora da chiarire. Le dinamiche dell’omicidio della signora Valeria Cherubini e del piccolo Youssef rappresentano – secondo la Bruzzone – il vero nodo da sciogliere.

Dai nodi da sciogliere alle confessioni sgangherate

“A chi come me conosce alla perfezione l’intero fascicolo sul caso della strage di Erba – spiega la criminologa -, risulta evidente che qualcosa non torni. Per essere più chiari, non torna niente nel racconto inizialmente fornito dai due coniugi Olindo e Rosa Romano. I due, prima di ritrattare le loro sgangherate confessioni, avevano raccontato una storia che non stava in piedi, soprattutto rispetto alle costruzione dei fatti elaborata dal Ris di Parma”.

Photo credits: Facebook

“Ciò che hanno riferito i coniugi Romano nelle varie versioni – aggiunge Roberta Bruzzone – è lontanissimo da ciò che le tracce presenti sulla scena del crimine raccontano. E io, dopo 20 anni di attività sul campo, ho imparato a fidarmi molto più delle tracce che delle persone. Anche quando confessano delitti mai commessi. Senza contare poi, che dei coniugi Romano sulla scena del crimine non c’è nessuna traccia.

Le tracce e i reperti mai considerati

Ritengo improbabile commettere una strage di quel tipo senza lasciare nulla dietro di sé. La mansarda, dove è stata trovata assassinata la Cherubini è stata risparmiata dall’azione del fuoco: la scena era integra e c’erano tracce chiare e utilizzabili per un confronto. Ebbene non si tratta di tracce riconducibili né a Olindo Romano né a sua moglie Rosa Bazzi”. “Chi c’era dunque con  maledetta sera?” continua a chiedersi la criminologa.

Quell’11 dicembre 2006, nel condominio di via Diaz

Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane vennero uccisi la sera dell’11 dicembre 2006, in un condominio di via Diaz. L’unico sopravvissuto alla carneficina: il marito della Cherubini, Mario Frigerio, che riuscì a cavartela perché creduto morto dagli assassini.

LEGGI ANCHE: Strage di Erba: fratelli Castagna, accusati di essere gli autori del massacro

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