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Ylenia Carrisi: il dolore di Albano e Romina

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Ylenia Carrisi: il dolore di Albano e Romina

Nel 1993, Ylenia Carrisi, figlia di Al Bano e Romina Power scompare a New Orleans in circostanze che restano misteriose. VelvetMag ha ricostruito tutta la vicenda.

Era il 1993 quando Ylenia Carrisi iniziò a nutrire il desiderio di girare il mondo in solitaria, munita solo di uno zaino e del suo diario. Decise di prendere una pausa dagli studi a Londra, ritornò in Italia, dove vendette tutto quel che possedeva per finanziare il viaggio e realizzò così il suo sogno. Dopo qualche settimana dalla sua partenza, nel periodo natalizio, Yari, fratello minore di Ylenia, decise di raggiungerla per farle una sorpresa. Arrivò alla città di Guayaquil, in Ecuador in cui la sorella alloggiava, e scoprì di essere arrivato con “24 ore di ritardo”: la ragazza si era già diretta a New Orleans, città in cui poi sarebbe misteriosamente scomparsa il 31 dicembre 1993. Della scomparsa venne accusato Alexander Masakela, un trombettista violento conosciuto 6 mesi prima in vacanza.

I due alloggiarono nella stessa stanza del “LeDale Hotel”. Nei giorni successivi alla scomparsa, l’uomo portò diverse ragazze nella stanza in comune. Ciò lascerebbe pensare che avesse la certezza che Ylenia non sarebbe tornata. Diversi giorni dopo, poi, tentò di saldare il conto della stanza utilizzando i traveler’s cheque della Carrisi, oltre a essere in possesso del suo passaporto. Nonostante tutto non fu mai incriminato. Romina Power sostenne sempre che Masakela aveva fatto sparire sua figlia facendola entrare in un giro sporco simile alla tratta delle bianche. Un misterioso ragazzo di nome Marc Back, invece, conobbe Ylenia al “LeDale” ed offrì il proprio aiuto ai Carrisi per le ricerche, assicurando di aver incontrato Ylenia tempo dopo il gennaio 1994. Il ragazzo in questione non è mai stato interrogato e non gradisce parlare di questa storia ai giornalisti, di fatto non è mai stato nemmeno intervistato. In molti, infatti, pensano che l’allontanamento della ragazza sia stato volontario: forse voleva vivere in solitaria, rompendo ogni legame.

Lo scorso anno, invece, un detective esperto in cold case, Dennis Haley, identificò come autore della sua scomparsa, il serial killer Keith Hunter Jesperson, canadese, condannato a tre ergastoli in Oregon, che avrebbe riconosciuto la foto di Ylenia, sostenendo che sia una delle sue vittime, una giovane donna mai identificata e che si faceva chiamare Suzanne (stesso nome usato da Ylenia più volte); il camionista-killer l’avrebbe aggredita e uccisa mentre la giovane faceva l’autostop, nei pressi di una stazione di servizio a Tampa (Florida). La polizia ha disposto che fosse fatto un test del DNA, che tuttavia è risultato negativo. Nessuna pace per la famiglia Carrisi che ha recentemente festeggiato il matrimonio della giovane Cristel (LEGGI ANCHE: CRISTEL CARRISI SI è SPOSATA: LE IMMAGINI DEL MATRIMONIO) senza un membro fondamentale della famiglia e senza ancora conoscere la verità.

o-ylenia-carrisi-facebook

Photo Credits: Facebook

 


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