Bruno Vespa a Porta a Porta contro La verità sta in cielo, dedicato al caso Orlandi: “Ma non diciamo scemenze!”. Il film è stato criticato duramente anche da Famiglia Cristiana.
A Porta a Porta si parla di La verità sta in cielo film di Roberto Faenza dedicato al caso di Emanuela Orlandi. Durante la trasmissione il conduttore però si è mostrato molto critico verso il film e soprattutto verso la verità che porta avanti. Infatti, il film si basa in particolare su una pista delle indagini che vede coinvolta la banda della Magliana nel rapimento e forse uccisione della ragazza (LEGGI ANCHE: LA VERITÀ STA IN CIELO, FAENZA SUL FILM DEL CASO ORLANDI: IL PAPA DEVE VEDERLO). Inoltre, Faenza e il fratello di Emanuela Pietro si battono per la non archiviazione del caso e il film.avrebbe proprio questo scopo: mantenere alta l’attenzione e impedire l’archiviazione. Purtroppo però il film non sta avendo i risultati sperati.
A non convincere Bruno Vespa del film sarebbe innanzitutto la super testimone sulle cui dichiarazioni ci è basati per costruire la trama, ossia Sabrina Minardi, poiché non credibile a causa anche di diverse intercettazioni che fanno dubitare sulla sua sincerità. Per quanto riguarda l’archiviazione, invece, secondo Roberto Faenza e Pietro Orlandi sarebbe scaturita dalla necessità di non andare più a fondo nelle indagini per la possibilità di tirar fuori retroscena sul Vaticano. Vespa a questa versione dei fatti proprio non ci sta: “Ma non diciamo scemenze! Un magistrato di levatura come Pignatone!(magistrato che ha firmato l’archiviazione, ndr)”.
A non dar credito al film, anche Famiglia Cristiana che si scaglia molto duramente contro La verità sta in cielo. Secondo Famiglia Cristiana il regista “delle decine di piste inseguite dagli investigatori in oltre 30 anni di inchieste, tutte concluse con un nulla di fatto intreccia quelle che finiscono direttamente dentro il Vaticano. Le più improbabili, ma anche le più adatte a costruire una trama sostanzialmente ideologica, ferocemente anticlericale“. “Raccontano – ancora su Famiglia Cristiana – l’angoscia in cui precipita la famiglia e gli ostacoli riscontrati fin dalle prime ricerche, anche perché Emanuela è cittadina vaticana. Faenza preferisce concentrarsi sulla trama delle indagini e sceglie la tesi precostituita“.
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