In un’intervista rilasciata al telefono da Instanbul al settimanale OGGI, l’attentatore di Papa Wojtyla Alì Agca racconta la sua verità su Emanuela Orlandi.
Il 13 marzo 1981 pochi minuti dopo essere entrato in piazza San Pietro per un’udienza generale, un mercoledì pomeriggio papa Giovanni Paolo II fu ferito gravemente da due proiettili sparati da Ali Ağca. Due anni dopo il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, sparì in circostanze misteriose all’età di 15 anni. Quella che all’inizio poteva sembrare come un’ “ordinaria” sparizione di un’adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana e della storia vaticana, rimasto ad oggi ancora irrisolto. Cosa hanno questi due eventi in comune?
In un’intervista rilasciata al telefono da Instanbul al settimanale OGGI, l’attentatore di Papa Wojtyla, Alì Agca sostiene che Emanuela Orlandi «è stata rapita soltanto per ottenere la mia liberazione. Parlare di Banda della Magliana o di festini sessuali in Vaticano è una menzogna assoluta»; sostiene che «sta bene e non ha mai subito alcun tipo di violenza e se non è morta per cause naturali è ancora in un convento di clausura, comunque in mano al Vaticano».
Dice ancora Alì Agca: «Paolo Farsetti e Gabriella Trevisin furono mandati in Bulgaria per essere arrestati come spie e poi scambiati con Sergei Antonov (il bulgaro, capo scalo della linea Balkan Air in Italia, arrestato e poi scagionato come complice nell’attentato al Papa, ndr). Mentre io, Ali Agca, sarei stato scambiato con Emanuela Orlandi. Ma il piano non andò come previsto». Purtroppo le forti dichiarazioni di Ali Ağca non sono supportate da alcuna prova, pertanto, non potendo esserci conferma, il caso di Emanuela Orlandi rimane ancora avvolto nel mistero? Sarà ancora viva? Ci sono speranze di rivederla?
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