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Referendum, vip al voto: ecco come si schiereranno

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Referendum, vip al voto: ecco come si schiereranno

Dal 18 novembre non è più possibile render noti i sondaggi, ma si può fare un bilancio di chi fra i vip andrà a votare e come… chi si schiererà per il si?

I vip italiani si sono schierati: 90 firmatati – attori, registi, cantanti e personaggi della televisione – hanno scritto una lettera per sostenere il sì: “La nostra Costituzione ha accompagnato lo sviluppo economico e la crescita dell’Italia per un trentennio. Con la trasformazione degli assetti mondiali e delle strutture economiche e sociali, non ha potuto impedire che il Paese rimanesse in seguito sempre più bloccato, fino allo stallo totale degli anni più recenti. Per questo il cambiamento della costituzione è un gesto logico e naturale”. Fra i sostenitori: Accorsi Stefano, Barone Piero e Boschetto Ignazio e Ginoble Gianluca (Il Volo), Bocelli Andrea, Bolle Roberto, Boeri Stefano, Boni Alessio, Boni Chiara, Brizzi Fausto, Caselli Caterina, Capotondi Cristiana, Comencini Cristina, Cotroneo Ivan, De Luigi Fabio, Favino Pierfrancesco, Ferrari Isabella, Fiorello Beppe, Fracci Carla, Genovese Paolo, Ghini Massimo, Orlando Silvio, Ozpetek Ferzan, Placido Michele, Preziosi Alessandro, Ranieri Luisa, Salvatores Gabriele, Sandrelli Stefania, Scarpati Giulio, Sorrentino Paolo, Tamaro Susanna, Tardelli Marco, Tognazzi Ricki, Veronesi Giovanni, Virzi’ Paolo, Zingaretti Luca.

Cosa hanno dichiarato i vip nostrani? Flavio Briatore: “Io voterò si al referendum di Renzi perché c’è un programma sul turismo molto forte da parte del Primo Ministro e mi auguro che vinca le elezioni”; Ilaria d’Amico, alla rivista Oggi, ha detto: “La riforma è perfettibile, ma ne condivido i punti focali. Il bicameralismo paritario è un impiccio; ci sono istituzioni che vanno eliminate; e serve un governo che possa decidere davvero, anche per togliere a chi è al potere l’alibi frusto del ‘Non mi fanno lavorare’. Abbiamo bisogno di una scossa, il No a oltranza serve solo a nutrire lo stallo”.

Il più convinto, comunque, sembra Benigni che ha dichiarato: “Indispensabile che vinca il sì. Se vince il no il giorno dopo ti immagini? Il morale va a terra, peggio della Brexit. I costituenti stessi hanno auspicato di riformare la seconda parte, poi c’è la maniera di migliorarla, ma se non si parte non è, come qualcuno dice, la riformeremo dopo, non accadrà più”. Cosa succederà il 4 dicembre?

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Photo Credits: Facebook


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