Scoppia la polemica in Puglia contro Don Michele Delle Foglie, reo di aver organizzato una messa per Rocco Sollecito, boss della ’ndrangheta ucciso in Canada.
«Il parroco, don Michele Delle Foglie, spiritualmente unito ai famigliari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una santa messa in memoria del loro congiunto» si legge su alcuni manifesti funebri affissi per le strade di Grumo Appula con i quali si invitano i fedeli (martedì 27 dicembre alle 18:30) alla messa in suffragio: qualcosa di strano? Nulla se il “festeggiato” non fosse Rocco Sollecito, il boss della ’ndrangheta ucciso in Canada.
Sollecito, esponente di spicco del crimine organizzato italiano in Canada, fu ucciso a Montreal il 28 maggio con colpi di arma da fuoco mentre guidava la sua Bmw bianca. “La sua uccisione rappresentò un duro colpo per una delle famiglie mafiose del clan Rizzuto, ritenuto dagli investigatori tra i più potenti del Canada. Al momento della morte di Sollecito – spiega a Repubblica don Michele – promisi loro che se fossero venuti in Puglia avrei celebrato una messa. Io ho il dovere di celebrare come pastore, non devono dire gli altri quando devo celebrare: le messe non onorano ma ricordano. Io sono un parroco di tutti quanti dei peccatori, mia nonna faceva celebrare le messe per tutti quanti. Questo signore è uno come tanti”.
Naturalmente è subito intervenuta la Questura: “Visto – si legge nell’ordinanza – il manifesto commissionato da don Michele, considerato che Rocco Sollecito è ritenuto un personaggio di spicco del clan mafioso Rizzuto e che della lettura del manifesto si evince la presenza in città del figlio, Francesco, appartenente egli stesso al medesimo sodalizio criminale – e considerato che la celebrtazione del rito religioso potrebbe essere occasione di turbative, azioni di intimidazione, opera di proselitismo, si ordina che il rito si svolga alle 6 della mattina in forma strettamente privata”. Inoltre sarà vietato, per evitare cerimonie modello Casamonica, “fare cortei e lanciare palloni aerostatici e accendere fuochi pirotecnici”.
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