Stefano Napolitano è una giovane promessa del tennis italiano, il campione è stato massacrato sui social con insulti molto pesanti. Ecco cos’è accaduto.
Basta poco per scatenare l’ira del web, e per essere presi di mira dagli haters che in un sol boccone riescono a divorare interi personaggi. Ma questa volta il passo è stato davvero più lungo della gamba. A essere preso di mira Stefano Napolitano, giovanissima promessa del tennis italiano (22 anni ad aprile), per motivi veramente futili. La ‘colpa’ di Napolitano sarebbe quella di aver perso un match nel quale era dato come favorito, contro il russo Aslan Karatsev durante il Challenger di Quimper in Francia. A raccontare alcuni degli insulti ricevuti lo stesso tennista: “Muori di cancro, sei una merda, ammazzati, fai schifo, ti prendo e ti spacco il cranio, ti ammazzo, tua madre è una t***a, tua madre fa i b*****i, frocio, prima o poi ti trovo, spero tu muoia e una lista infinita di altri complimenti…”.
Insomma, gli hater non hanno avuto alcuna pietà contro il tennista che però ha deciso di rispondere senza esitare a chi lo ha insultato con così tanta veemenza: “A tutti voi scommettitori, maleducati e poveri di alcun valore morale, auguro con tutto il mio cuore che la vita possa insegnarvi a stare al mondo in un modo migliore, nel rispetto delle persone, con un pizzico di gentilezza ormai dimenticata, semplicemente con educazione… non provo rabbia, ma solo molta compassione per tutti voi”.
Ed ecco che il tennista mostra tutto il suo temperamento: “Io se sbaglio qualche dritto in più o perdo una partita di tennis sono una persona a posto lo stesso e grazie ai miei genitori capisco il valore di ciò che è importante. Oramai in pochi valutano il percorso, la dedizione, la passione di qualsiasi ragazzo che prova a darsi un’opportunità nel mondo dello sport o nella vita in generale. Così tanti oramai sono solo attaccati al risultato, ai trofei, ai soldi, al nulla”. Poi conclude: “Non provo rabbia, ma solo molta compassione per tutti voi. Scusate, ma io faccio la mia strada comunque”.
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