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Le confessioni bollenti di Vittorio Sgarbi: i ricordi hot del critico d’arte

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Vittorio Sgarbi in un viaggio nei propri ricordi riesuma dettagli decisamente hot del proprio passanto. Il primo ricordo erotico del critico d'arte.

Quanto ricordiamo del nostro passato? quanto di ciò che accaduto cerchiamo di rimuovere dalla nostra mente? cervello ha i suoi meccanismi di difesa, tra cui proprio quello di far dimenticare alcuni ricordi che potrebbero essere scomodi, far soffrire o semplicementi inutili per essere ricordati. In questo viaggio nella memoria, Vittorio Sgarbi ha svelato al quotidiano Libero alcuni dettagli decisamente hot del proprio passato. Ecco cos'ha confessato il critico d'arte su ciò che ha combinato tanto tempo fa.

Così proprio a proposito di ricordi Sgarbi si lascia andare e a proposito di Madeleine proustiana parte prima con la panna: "La panna. Ogni volta che la mangio, la associo alla panna montata che assaggiavo nella casa del dottor Baia, il medico condotto del mio paese. Era il massimo della voluttà". Poi passa alla patata, bollente: "Così come la patata: mi piaceva mangiarla bollente. E mi riferisco al tubero, ovviamente". E poi dalla patata all'erotismo il passo è breve così gli viene chiesto quale sia il suo primo ricordo erotico, decisamente bollente anche questo.

Vittorio Sgarbi

Inizia la confessione hot di Vittorio Sgarbi che colloca il suo primo ricordo erotico già da bambino: "A 6 anni, mi appartai con la figlia di un panettiere, di 5 anni. Mi chiese di farle vedere il mio uccello. Glielo mostrai, ma suo padre ci scoprì, che lo andò a riferire al mio". Così il breve viaggio di Vittorio Sgarbi nei ricordi diventa assolutamente piccante e degno di nota. Insomma questa volta si potrebbe dire, niente capra, ma solo uccelli. Chissà cos'avra detto alla figlia del panettiere...

Photo Credits Twitter


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