Dieci anni fa lo denunciò per violenza domestica, ma non venne creduta. Poi Silvio Muccino ammette di aver mentito per Gabriele e ritratta la deposizione.
Elena Majoni, violinista, nel 2002 sposa Gabriele Muccino, regista di fama internazionale. Lui è già padre di Silvio Leonardo, un bambino nato da una sua precedente relazione con la scenografa Eugenia Di Napoli. Anche Elena e Gabriele hanno un figlio, Ilan, nato nel 2003. L'amore è immenso ma non basta: qualcosa va storto. Lei lo denuncia per violenza ma non viene creduta, determinante la deposizione di suo fratello, Silvio Muccino, attore e regista, che sostiene che il fratello sia innocente.
Come racconta il Corriere della Sera, Elena, c'è voluta una decade intera affinché la Corte d'Appello di Bologna le riconoscesse l'affido esclusivo del figlio e desse il sigillo di verità a quelle violenze per troppo tempo ritenute dubbie: "Il processo si era chiuso senza condanna anche perché il testimone principale della violenza era Silvio Muccino, fratello minore di Gabriele, regista ed attore a sua volta, che in un primo tempo non aveva confermato i fatti in tribunale. Poi [...] ha cambiato la sua decisione e nel 2015 ha rilasciato a Elena una propria dichiarazione scritta da depositare in tribunale".
Silvio Muccino, ha anche parlato all'Arena di Giletti, nel 2016, raccontando pubblicamente la verità sulle violenze: "Elena, l'ex moglie di mio fratello, non è solo una violinista straordinaria, parla cinque lingue ed era molto innamorata di mio fratello. Lei mi chiamava per cercare di capire il perché della gelosia smodata di Gabriele. Mi raccontava che era molto aggressivo, veniva alle mani e cercava me nel tentativo di risolvere quel quadro molto complesso che era il quadro di Gabriele". La denuncia della Majoni, però, era arrivata 10 anni prima quando una delle violenze di Gabriele le aveva cambiato la vita:"Mentre eravamo in vacanza d’estate in Toscana a seguito di un banale diverbio - racconta Elena - Gabriele mi ha dato uno schiaffo a mano aperta. Mi sono recata a Roma al pronto soccorso e successivamente ho sporto denuncia. Prima di denunciare ho sopportato troppo", il timpano si era rotto e la sua carriera era finita. Oggi Elena ha un solo desiderio: "Spero che la mia storia possa aiutare tutte le donne vittime di violenza".
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