Nuovo indizio sul telo nel quale sarebbe stato avvolto il corpo senza vita di Roberta Ragusa. Spunta una foto che ritrae la piscina di casa Logli pochi giorni dopo la scomparsa della donna.
Un giallo infinito quello che riguarda la morte di Roberta Ragusa, la donna di Gello scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Un nuovo importante indizio sul caso è stato rivelato dal gruppo Facebook di Giornalismo Investigativo di Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere della Sera. Nel post in questione il giornalista scrive che: "La scorsa notte è giunto a questo Gruppo un ulteriore elemento mai preso in considerazione". La fonte in questione non è la stessa che rivelò il luogo dove probabilmente è stata seppellita la Ragusa e del telo nel quale sarebbe stata avvolta. Come dichiara Peronaci questa testimonianza potrebbe rappresentare un riscontro incrociato. Nell'abitazione di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa condannato a 20 anni di carcere per l'omicidio e l'occultamento di cadavere della stessa, vi è una piscina e la nuova fonte rivela, con tanto di foto, che nei giorni successivi alla scomparsa della donna, avvenuta in pieno inverno quando a rigor di logica la vasca viene protetta con i teli di nylon, quest'ultima non era coperta da alcun telo.
La nuova fonte è riuscita ad acquisire, ripercorrendo i diversi filmati giornalistici relativi al caso Ragusa, secondo quanto riportato da Fabrizio Peronaci, un filmato del 18 gennaio 2012 in cui è possibile vedere la piscina di casa Logli non coperta da alcun telo e colma di acqua sporca. Nel fermo immagine del video è possibile riconoscere il profilo di Antonio Logli e la piscina presente nella sua abitazione a solo quattro giorni dopo la scomparsa di Roberta Ragusa. Sarebbe interessante capire, come riporta lo stesso giornalista, se la piscina in precedenza, anche quando la donna era ancora in vita, fosse mai stata coperta.
Il 10 aprile 2017 anche Pomeriggio 5 aveva parlato, mostrando le diverse immagini, della piscina di casa Logli e del famoso telo celeste, simile a quello utilizzato per coprire le vasche, emerso in superficie a causa degli agenti atmosferici a pochi minuti di auto dall'abitazione di Logli. Come ricorda Fabrizio Peronaci la "vecchia fonte" aveva indicato diversi particolari precisi e inquietanti come per esempio il luogo del presunto seppellimento della vittima, il fatto che Antonio Logli fosse stato aiutato da 3 complici e della perdita di liquidi dal corpo senza vita di Roberta Ragusa. Il soggetto si era detto anche certo che il cadavere della donna fosse stato avvolto in un telo per la copertura delle piscine e del fatto che la parte rimasta dopo il taglio fosse lunga 33 metri.
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