La notizia si è diffusa nel pomeriggio di ieri, 28 gennaio. E ha subito creato un grande dispiacere. Perché quella di Piero Badaloni, giornalista, scrittore e presidente della Regione Lazio tra dal 1996 al 2000, è una figura che gli italiani hanno sempre apprezzato. Una figura positiva. Insomma: colto, educato e raffinato, nel tempo Badaloni ha saputo conquistare e mantenere un certo consenso. E allora sì, l’annuncio della sua morte ha lasciato tutti un po’ così. Solo che si trattava di una bufala in piena regola. Mentre s’alzava il polverone, Piero stava sistemando la libreria di casa sua. Raggiunto al telefono dal Corriere della Sera, ha fatto sapere di essere “vivissimo“.
Poi si è fatto più serio: “Ma è roba da pazzi… D’altronde è successo a persone molto più note di me. Anche a Monica Vitti, con un importante giornale francese. Credo che ci voglia massima attenzione su quello che si scrive sui social, non è comprensibile che succedano cose come questa“. Chi può aver messo in giro questa voce? Secondo lui, c’è stato un equivoco legato alla morte del cugino Mario Badaloni, padre di Maria Roberta, “collega che lavora al tg1. Sai come vanno queste cose: lo stesso cognome, magari qualcuno avrà pensato che il padre ero io“. E anche su Wikipedia è stato aggiunto il rigo con la data della sua morte. Per fortuna, prima delle ore 20 era già scomparso: “Meno male che l’hanno corretto subito“, commenta il diretto interessato.
Nato a Roma l’8 settembre 1946, Piero ha avuto una carriera ricca di eventi e successi. Ha vissuto tante esperienze a dir poco interessanti. Adesso è tornato al suo primo amore, ovvero alle video inchieste. Ha terminato da un documentario sull’anno precedente lo scoppio della prima guerra mondiale e ne sta completando un altro sui rapporti tra Moro e Montini. No, non c’è tempo per morire…
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